In un mare senza blu, di Francesco Paolo Oreste

 
"In un mare senza blu" di Francesco Paolo Oreste, edito iDobloni Enigmi, è stata una lettura toccante, cruda, infinitamente profonda. Una penna che non conoscevo e che non posso negare lasci indubbiamente un segno. Da non perdere.


Autore: Francesco Paolo Oreste
Editore: iDobloni del Covo della Ladra
Pubblicazione: 12 Marzo 2024
Genere: Narrativa
Pagine: 224


SINOSSI


Michele non è che un ragazzino quando prende in mano, per la prima volta, una pistola. Ciro è troppo bello e troppo sensibile per sopravvivere alle anime del Vicolo in cui cresce e da cui fugge. Tra loro un’amicizia indissolubile, Mario a unirli per la vita e una Napoli ai margini, sfruttata e abbandonata. E i più bei sogni, nati guardando il blu del mare sono destinati a durare poco. Vico Stella, dove Michele, Ciro e Mario sono nati, diventa troppo presto Vicolo Nero e tutti loro si ritroveranno a fare i conti con un’esistenza dura. Un romanzo di scelte e compromessi, di gabbie e libertà e di un mare il cui blu non è per tutti.
Francesco Paolo Oreste da vita ad un affresco quanto mai contemporaneo, che mette su carta la la fatica di un mondo in cui le speranze sembrano non avere mai fortuna, e forse proprio per questo, vivono con ancora più forza e determinazione


"L'anima dei bambini non ha scorza, è scoperta. Per questo si vede meglio. Per questo è più vulnerabile. E per questo le anime dei bambini, quando si incrociano, si intrecciano e si mischiano. Come la plastilina. E a volte diventano una."

Vico Nero non è solo il soprannome di un vicolo di Napoli. È quella sensazione di buio capace di attanagliare l’anima, schiacciare cuore e cervello. 
Nero come lo stanzino in cui si trova rinchiuso un bambino, imprigionato senza poter uscire, cercando di non piangere, di non fare rumore. Alle orecchie giungono solo grida, pianti, gemiti di dolore.

Nere come sanno essere le prese in giro, le offese, i tentativi di emarginazione, o la non accettazione, che arriva proprio dalla persona che dovrebbe amarci senza condizioni, dubbi, remore, coccolarci come meritiamo, in quanto ancora bisognosi di quell’abbraccio che riteniamo fondamentale e scevro di giudizi o condanne.

Aurora non vuole essere più quella che fa scegliere gli altri, che rinuncia, che desiste per non disturbare poiché ora ha tolto la maschera, ha truccato il suo viso ed appare come si sente libera di apparire, in quanto finalmente si è scelta. Come un bucaneve che sfida il gelo dell’inverno per uscire alla scoperta del sole. 
La bellezza delle poesie per arricchire l’anima, alcune cartoline nostalgiche mai spedite di persone che cercano di non perdersi pur essendo lontane, nel tentativo di dirsi qualcosa, che lei decide di comprare e tenere perché la fanno stare bene. È romantica Aurora, crede nel potere dell’amore, che può risanare le ferite più profonde.

Tornerà mai più ad essere Vico Stella, dove troneggiavano su ogni casa, via, campetto giochi, due splendidi occhi azzurri, morbidi capelli biondi e un sorriso capace di incantare chiunque avesse la fortuna di vederlo?

Scritto benissimo, questo romanzo di Francesco Paolo Oreste è un grido di dolore e disperazione e, al tempo stesso, una tacita richiesta d’aiuto, la quale non solo non viene accolta, né capita, ma prepotentemente respinta. 
Due ragazzini Michele e Ciro, diversi, lontani per certi aspetti, ma che dimostreranno essere indispensabili l’uno all’altro, presenti al momento giusto, per quel tanto anelato conforto che non hanno mai ricevuto, negato fin dall’infanzia per poi tramutarsi in una porta sbattuta in faccia durante l’adolescenza.

Una storia toccante, cruda, che spezza il respiro, toglie il fiato, non risparmia colpi, tristezza, severi giudizi ma anche empatia nel lettore, il quale non può non domandarsi in che momento una “mano tesa” sarebbe stata sufficiente per evitare certe scelte, perpetrare alcuni atteggiamenti capaci solo di spingere queste anime perse sempre più giù, nel nero profondo del vico, sempre più in basso, in attesa di un esile spiraglio di speranza.

Forse solo l’amore sarà in grado di farci morire per poi rinascere, nel tentativo di uscire dal nero, tentare di annientare il buio per poter finalmente rivedere ancora il blu profondo del mare. 

Bellissimo

 "Forse è quello il suo bivio. Perchè tutti ne abbiamo uno, tutti abbiamo un momento in cui davvero possiamo scegliere cosa essere e cosa lasciare, cosa dire e cosa non fare, un attimo in cui davvero il destino ferma la sua incessante e improcrastinabile attività e ci ascolta"

SABRINA

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