La mia recensione per Thriller Nord - Il nascondiglio perfetto, di Antonella Manduca
In "Il nascondiglio perfetto" di Antonella Manduca, ci tiene con il fiato sospeso per gran parte della narrazione, grazie ad un timing perfetto e coinvolgente. Edito Golem Edizioni, consigliatissimo.
Autore:
Antonella Manduca
Editore: Golem
Edizioni
Pubblicato: 22 novembre 2024
Genere: Thriller
Pagine: 168
TRAMA
Eventi e circostanze accaduti a
distanza di trent'anni si intrecciano casualmente in una doppia linea
temporale. Nella prima Giulia, che per pagarsi gli studi lavora come
guardarobiera al Jimmy, si accorge di possedere la dote di percepire, al solo
tocco, fatti emotivamente violenti. Quando Yeva, la badante armena di un
vecchio antiquario, le consegna in custodia il cappotto, Giulia vede la scena
di un terribile delitto. La seconda inizia nel 1994. Un giovane, Augusto
Bellandi, aspirante antiquario, viene reclutato a bottega da un famoso
commerciante d'arte di Torino, l'avaro, scorbutico e capriccioso Gualberto
Foresta, il cui ufficio è ubicato nei locali di una vecchia sacrestia. Augusto
che, suo malgrado, si trova ad assecondare lo stravagante ghiribizzo del suo
mentore non può di certo immaginare le conseguenze drammatiche e criminali che
ne deriveranno.
“Quale poteva essere la
spiegazione a ciò che le stava capitando? Doveva pur esserci una logica in
tutta questa storia”.
Giulia ha un dono, se così
vogliamo definirlo, comparso all’improvviso nella sua esistenza, che ha portato
sconcerto, turbamento e paura. La sua vita, che sembrava procedere in una
routine ben organizzata tra corsi di studio all’università, un lavoro come guardarobiera
e la convivenza in un grazioso appartamento a Torino con la sua amica, se non
che compaesana Cettina, viene bruscamente scombussolata da delle improvvise
percezioni che le hanno permesso di vedere fatti emotivamente violenti. Basta
un solo tocco o sfioramento di una determinata persona e delle forti
sensazioni scaturiscono in lei a tal punto da produrre delle visioni talmente
reali da riuscire a provocarle un grande sconcerto.
Sarà proprio l’incontro con Yeva,
badante armena da tanti anni alle dipendenze di un ormai anziano signore,
rinomato antiquario avaro e solitario che risponde al nome di Gualberto Maria
Foresta, a far sì che Giulia abbia ben nitida davanti a sé la scena di un atroce
delitto.
Nonostante la speranza che
dietro a tutto ciò si celi un terribile equivoco o un’esperienza che lei stessa
definisce poco attendibile, Giulia si ritrova a voler conoscere meglio questa
gentile signora per poter approfondire cosa si nasconda dietro emozioni e
sensazioni che il suo corpo non esita a provare ogni qualvolta sia in sua
compagnia.
La scomparsa di un
apprendista antiquario tutt’oggi avvolta nel mistero, un nascondiglio
segreto custode di opere di inestimabile valore e un affascinante pronipote
omonimo dell’anziano zio Gualberto, irromperanno nella vita della giovane
studentessa, dando adito a ricerche e indagini per scoprire cosa si celi dietro
ad un agghiacciante delitto che reclama giustizia.
Due storie parallele di
due epoche diverse che si amalgamano perfettamente in un alternarsi di passato
e presente capace di coinvolgere e incuriosire il lettore, grazie ad una
scrittura fluida e scorrevole e alla giusta dose di suspense e colpi di scena.
L’autrice ci dà modo di
empatizzare con i personaggi perfettamente caratterizzati già dopo i primi
capitoli, coinvolgendoci nelle loro vite che, pur sembrando a primo
acchito differenti, hanno un mistero irrisolto ad accomunarle, in un incastro
perfetto. Ci accompagna per le strade di Torino, tra palazzi barocchi,
sotto eleganti portici, tra mercatini dell’antiquariato, alla scoperta di
tesori d’arte che ancora racchiudono in sé, dopo tanti anni, un profondo
significato sentimentale, in aggiunta ad un impagabile valore.
“Esiste un nascondiglio
perfetto? Forse si, da qualche parte, in qualche intimo anfratto dove
conserviamo i momenti di gioia, serenità e piacere, dove seppelliamo il dolore,
il male e i torti subiti, in un rifugio segreto dove serbiamo ciò che non
possiamo toccare ma da cui siamo profondamente toccati”.
Un finale che mi ha
emozionata, una piacevole lettura che consiglio.
SABRINA
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