Lo hijab mancante, di Roberto Pegorini

 
La squadra capitanata dall'ispettore Valerio Giusti ritorna per un nuovo e coinvolgente caso, grazie all'ultimo libro di Roberto Pegorini dal titolo "Lo hijab mancante", edito Todaro Editore.


Autore: Roberto Pegorini
Editore: Todaro
Genere: Giallo
Pagine: 320
Pubblicazione: 25 Aprile 2024


TRAMA


Due ragazzi che si amano, due famiglie che si oppongono. Una storia già sentita. In questo caso però uno dei due amanti viene incolpato dell'omicidio dell'altra: Umut, giovane pachistano, è il principale sospettato dell'uccisione di Jessenia, diciassettenne afghana. Il ragazzo fugge e si nasconde, l'ispettore Valerio Giusti conduce le indagini, ma fatica a credere alla colpevolezza di Umut, che ha avuto l'occasione di conoscere frequentando il ristorante dello zio. L'inchiesta procede tra mille difficoltà, con le famiglie che non collaborano e proseguono nella loro faida, un gruppo di estrema destra milanese che sembra avere a che fare con l'aggressione alla vittima, e uno hijab, il velo islamico, mancante.


“Essere nati dalla parte giusta del mondo non è un merito, ma una fortuna”.

Lavorare con l’ispettore Valerio Giusti piace difficilmente a qualcuno, poiché l’aver denunciato dei colleghi per peculato lo ha reso tra i poliziotti meno amati del commissariato. 
A seguito del ritrovamento del corpo di una diciassettenne afghana a cui hanno tagliato la gola, vi è un diciannovenne pakistano scomparso e principale indiziato dell’omicidio, due famiglie che si odiano e l’arma del delitto, oltre ad uno hijab, il velo islamico che la vittima era solita indossare, entrambi mancanti.

Anche questa volta, Valerio chiede al vicequestore di poter lavorare con la squadra con la quale ha risolto il precedente caso quattro mesi prima: Melissa Gardini, David Egger e Mirko Bettoni, da tutti soprannominato Nerd Gates. 
Hanno così inizio le indagini per questo quartetto intrepido, che non lesina sulle ore di lavoro, guidato da un ispettore che tra omissioni, consigli, ordini e un intuito incredibile, cercherà di trovare il bandolo della matassa.

Il personaggio di Valerio è, a mio avviso, tridimensionale nel senso più completo del termine. Il modo in cui si fida del suo sesto senso, non seguendo pedissequamente il protocollo, la propensione ad essere un tutt’uno con la squadra, pur mantenendo un ruolo di comando, l’andare oltre il mero lavoro valicando la soglia del personale, fa di lui un capo autoritario ma, al contempo, empatico e soprattutto possessore di un cuore, cosa di cui molti dubitano. 
Dai suoi atteggiamenti trapela sempre umanità, sapientemente alternata a rigore e logica

Con i suoi sottoposti parla senza mezzi termini, a scanso di equivoci, non rinunciando mai a rendere chiaro il suo punto di vista. Per lui la parola data ha un valore, non si fa prendere dal panico, indubbiamente un  esempio da emulare. 

Il brutto incidente del passato, che ha visto morire una persona a lui cara, spesso torna a fargli visita travestito da sensi di colpa, mai davvero sopiti. Tutto ciò lo ha reso ai miei occhi un protagonista affascinante e carismatico.

“Giusti non è un tipo che concede ai sentimenti un centimetro in più del dovuto, eppure fa fatica a domare lo stupore e il senso di protezione che in quel momento sta provando nei confronti del giovane”.

I personaggi son ben definiti, i loro sentimenti fanno capolino in una narrazione in terza persona coinvolgente, di cui ho amato la trama, i dialoghi spesso ironici, l’intreccio, le interazioni e quel po' di cameratismo che non guasta.
Mi sono mossa con Valerio attraverso zone a me conosciute, l’hinterland milanese e, non me ne vogliate, fa sempre un piacevole effetto.

Pegorini si muove con tatto ed immedesimazione nell’affrontare temi importanti che vedono una Milano complessa inglobare cittadini, immigrati, tolleranza, avversione, accettazione e non e, ovviamente, parecchia violenza. 
Consigliatissimo

SABRINA

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