Il vento conosce il mio nome, di Isabel Allende
Rimango sempre stupita delle emozioni che i libri di questa
autrice suscitano in me. Pur avendone letti tanti, non sono mai abbastanza
preparata. Fa lo stesso effetto anche a voi?
Autore: Isabel Allende
Pagine: 304
Casa Editrice: Feltrinelli Editore
Pubblicazione: 12 settembre 2023
Genere: Narrativa
TRAMA
Vienna, 1938. Samuel Adler è un bambino ebreo di sei
anni il cui padre scompare durante la Notte dei cristalli, quando la sua
famiglia perde tutto. La madre, per salvarlo, lo mette su un treno che lo
porterà dall’Austria all’Inghilterra. Per Samuel inizia così una nuova fase
della sua lunga vita, sempre accompagnato dal suo fedele violino e dal peso
dell’incertezza e della solitudine.
Arizona, 2019. Anita Díaz, sette anni, sale su un altro
treno con sua madre per sfuggire a un pericolo imminente nel Salvador e cercare
rifugio negli Stati Uniti. Ma il loro arrivo coincide con la nuova politica di
separazione famigliare, e Anita si ritrova sola e spaventata in un centro di
accoglienza a Nogales. Lontana dai suoi affetti e senza certezze, si rifugia su
Azabahar, una magica stella che esiste solo nella sua immaginazione. Nel
frattempo Selena Durán, una giovane assistente sociale, chiede aiuto a un
avvocato di successo nella speranza di rintracciare la madre di Anita.
In questa storia ho ritrovato una villa, con fantasmi pronti
a fare capolino da un momento all’altro, pronta ad accogliere più o meno
illegalmente persone bisognose di aiuto, che mi ha riportata con la memoria
alle Tre Marie dove le donne Trueba in “La casa degli spiriti” si comportavano
esattamente come Nadine, senza pensare ai rischi che correvano, per un fine
superiore. In Samuel invece, ho
riscontrato molto della personalità di Victor, splendido protagonista di “Lungo
petalo di mare”, della sua finale percezione di sé che avviene solo con il
tempo. E Selena e Frank mi hanno riportato alla memoria le indagini di Irene e
Francisco, splendidi protagonisti in “D’amore e ombra”. Bellissima sensazione, poiché
sono tra i suoi libri che più ho amato, a sottolineare quanto una lettura sia
in grado di lasciare un ricordo indelebile.
La narrazione abbraccia un periodo storico lungo, che parte
con il nazismo in Austria vissuto da Samuel e termina in California, ai giorni
nostri, dove Anita proverà a ricucire le immense ferite causate dalla violenza
in Salvador. Una storia toccante, a tratti struggente, che affronta argomenti
importanti come l’immigrazione, gli abusi, le guerre, l’abbandono come unica
possibilità di sopravvivenza, attraverso gli occhi e il cuore di due bambini,
che seppur in tempi diversi vivono lo stesso trauma e la stessa sofferenza. L’autrice ci illustra i differenti personaggi,
rendendoli tutti protagonisti e, con grande maestria, fa sì che interagiscano tra
loro grazie ad un fil rouge che li porta immancabilmente a ritrovarsi e, da
quel momento, “camminare” insieme, riuscendo a trasmettere al lettore, alla
fine, una sensazione quasi tangibile di speranza.
Una scrittura brillante e coinvolgente, un linguaggio pulito
e ricercato.
Bellissimo
SABRINA
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