Basta un pezzo di mare, di Ludovica Della Bosca
"Basta un pezzo di mare", un esordio meraviglioso per questa autrice, Ludovica della Bosca, che mi ha fatta
commuovere come una bambina. Un libro che, ovviamente, non posso che
consigliare.
Autore: Ludovica della Bosca
Pagine: 252
Casa Editrice: Corbaccio
Pubblicazione: 14 maggio 2024
Genere: Narrativa
TRAMA
Agata e Sara sono due giovani donne, due personalità irrisolte. Agata ha perso la madre da pochi anni; apparentemente ha superato il trauma, ma all'università, lei, bravissima a scuola, si è bloccata e ha finito per fare la commessa. Sara, sua amica inseparabile, ha rivelato in famiglia la propria omosessualità che però non è stata accettata, e ha deciso di tagliare i ponti con tutti e di vivere viaggiando all'estero. Per caso si incontrano al rientro di Sara a Monza, dove entrambe abitano, proprio quando Agata ha appena deciso di liberare in mare un astice ancora vivo acquistato al supermercato. Un progetto bislacco – Agata è la prima a esserne consapevole –, una situazione paradossale, che però rappresenta per entrambe la possibilità di dare una svolta alla loro vita e riprendere un'amicizia che si era bruscamente interrotta ma mai dimenticata.
Un’amicizia, quella di Agata e Sara che le vede incontrarsi
durante gli anni dell’università.
Agata vive a Monza con i genitori, Sara è
vissuta a Genova fino a 19 anni, per poi trasferirsi nello stesso paese di
Agata per frequentare la Statale di Milano. Al momento ventiseienni, da più di
tre anni però, hanno interrotto tutti i contatti a seguito di una brutta lite.
Agata, così idealista da sembrare surreale, una vita statica, la malattia della
madre, la sofferenza, la perdita, la soffocante presenza del padre, scelte
desiderate ma mai portate a termine.
Sara, al contrario, un continuo vagare per
il mondo, una costante sensazione di solitudine, una persistente percezione di
non sentirsi accettata da chi invece non dovrebbe mai desistere dal farlo. La
fotografia come unico modo per fermare l’attimo, così da poterlo rivedere
ancora e ancora, e risentirne le emozioni provate.
I flashback in terza persona ci riportano indietro all’età
dell’adolescenza, al momento del loro incontro, la nascita di un’amicizia, la
scuola, un difficile rapporto con la madre, i primi amori, il non sapersi
accettare.
l POV in prima persona alternato, invece, ad esprimere il presente,
riportandoci al momento di vita attuale.
Un viaggio improvvisato verso Genova, verso il mare, il ritrovarsi dopo più di tre anni di silenzio assoluto e decidere in un battito di ciglia di affrontarlo insieme. Uno strano scherzo del destino: Sara ha la madre a pochi chilometri di distanza ma è come se non l’avesse, se non la volesse come tale; Agata ne subisce la mancanza costantemente e farebbe di tutto per averla ancora con sé, sentire ancora il suo profumo, poterle ancora parlare.
"Basta un pezzo di mare" è un libro bellissimo che mette il
cuore al centro e fa riflettere.
Riflettere sulle difficoltà dell’avere 16
anni, di come piccoli sassolini ci piombino addosso con la forza di macigni. Di
quanto spesso sia difficile il rapporto madre-figlia, di come a volte l’amore
non basti, poiché nessun genitore è esente dal compiere errori: proprio nel
momento in cui siamo certi di far loro del bene, magari li abbiamo appena
allontanati per sempre. Di quanto spesso sarebbe bastato chiedere scusa o
semplicemente ascoltare chi avrebbe voluto farlo. Di quanto tempo ci voglia per
far pace con sé stessi, accettarsi, diventare adulti e capire cosa si vuole
davvero fare nella vita, in un momento in cui non riteniamo di riuscire a farlo
da soli, ma rimaniamo in attesa di un aiuto da qualcuno che amiamo.
L’
importanza dell’amicizia, quella vera che unisce due anime affini, che può
rimanere in sospeso ma che non tarderà a ritornare più forte e profonda di
prima, poiché in grado di far scordare il motivo per il quale ci si è
allontanati.
Di quanto sia difficile e complicato elaborare un
lutto.
La “spiritosa liberazione” dell’astice come metafora della
vita, che innegabilmente a volte toglie, ma che spesso dà.
Bisogna solo capire
qual è il momento giusto per lasciar andare certe paure e insicurezze e
riuscire a trarre il meglio da quella realtà che purtroppo non possiamo
cambiare.
Bellissimo
SABRINA



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