Il tempo di Stefano, di Antonella Manduca
Antonella Manduca, attraverso il suo nuovo romanzo "Il tempo di Stefano", Golem Edizioni, fa conoscere la storia di Stefano Tempia, genio dimenticato, in tutte le sue sfumature. Una lettura coinvolgente, arricchente, assolutamente da non perdere.
Autore: Antonella Manduca
Editore: Golem Edizioni
Genere: Narrativa
Pagine: 192
Pubblicato: 7 novembre 2025
TRAMA
Torino, oggi. Il Maestro, direttore artistico di un'accademia corale storica, è in cerca di una melodia speciale, di un accordo perfetto capace di mescolare la tradizione secolare con le sperimentazioni più ardite. Sempre strizzando l'occhio all'avanguardia, trascorre i pomeriggi in biblioteca fra antichi manoscritti e la sua ricerca lo porta a riscoprire un genio dimenticato. Torino, 1875. In un'epoca dominata dall'opera, un uomo osa sfidare le convenzioni. Stefano Tempia, maestro di musica visionario, combatte per un sogno folle: restituire dignità e voce al canto corale. Stefano lascerà un'eredità destinata a vibrare ben oltre la sua vita, fondando la Società Accademica Corale.
“Il
personaggio attorno al quale si svolge la storia era un musicista, un
violinista eccezionale, un insegnante e un gran maestro di coro. Ha vissuto a
Torino durante il risorgimento e, proprio nella città in cui si decidevano le
sorti dell’Italia, ha rivoluzionato e influenzato il canto corale in modo
definitivo”.
Una vita
dedicata alla musica è quanto contraddistingue il compositore, violinista e
direttore di coro italiano Stefano Tempia, nato in provincia di Cuneo
nel 1832.
Cresciuto in un
ambiente avvezzo alla musica grazie al padre Giovanni Battista, fin da bambino
ha studiato violino per poi proseguire gli studi sotto la guida di un grande
maestro, Luigi Felice Rossi.
A poco più di
vent’anni riceve l’incarico di maestro di cappella a Trino Vercellese.
Rientrato poi a Torino nel 1859, assunse il ruolo di violino solista e
direttore d’Orchestra al teatro Carignano.
A soli
trent’anni diventò maestro nella Cappella di Corte, poi insegnante di violino
fino a quando gli venne affidata la cattedra al Liceo Musicale.
Negli ultimi
anni di vita si dedicò esclusivamente all’insegnamento del canto corale in
varie scuole di Torino.
Di gran rilievo, però, fu l’Accademia Corale Stefano Tempia da lui fondata nel 1875.
La musica si percepisce,
si respira in ogni singola riga di questo romanzo. Le note scandiscono
il susseguirsi degli avvenimenti come solo una melodia può fare. Il passato si
alterna al presente, la ricerca di innovazione alla tradizione, l’amore per la
musica all’amore per la vita.
È con indubbia
maestria che l’autrice riesce a toccare le giuste corde nell’ animo del lettore
affinché si senta parte di un’epoca lontana, arrivando a conoscere una
personalità importante della quale fa emergere però, oltre alle indubbie virtù
e un impeccabile operato, anche dubbi, certezze e debolezze, così da svelare l’uomo che
si cela dietro il personaggio.
Grazie ad una prosa
delicata, quasi poetica, passato e presente si alternano in due piani
temporali in cui, oltre alle vicissitudini del visionario musicista
ottocentesco, prendono vita le vicende
di un Maestro dell’Accademia che, ai tempi nostri e in una Torino cullata da
dolci note musicali che si disperdono tra le vie a tratti cupe, a tratti
luccicanti di una città piena di architettura e storia, è alla ricerca
dell’accordo perfetto, un eccellente connubio tra tradizione secolare e
innovazione.
La medesima passione per la
musica, ricerca di originalità, ambizione e dedizione prendono vita attraverso
due protagonisti differentemente simili, seppur affini.
Antonella Manduca, tra le
pagine di questa fiction storica in cui fatti attinenti a realtà si alternano a
situazioni verosimili, ci permette di conoscere un genio della musica e un
innovatore del suo tempo.
Impossibile non percepire la
profonda conoscenza, l’amore e l’interesse per la musica che caratterizzano
l’autrice, che in “Il tempo di Stefano” diventano un inno e una dedica a
un’arte centenaria che tramandandosi nel tempo, continua ad arricchire e
impreziosire ogni animo pronto ad accoglierla.
Un’autrice poliedrica che
ha dimostrato di saper spaziare attraverso differenti generi letterari, non lesinando su approfondimenti, ricerche, e studi storici, dimostrando indubbie capacità e indiscutibile preparazione.
Una lettura appassionante, che mi ha coinvolta, incuriosita, sicuramente arricchita e che non posso che consigliare.
“Il suo sogno è ancora
attuale, è giunto fino a oggi, si evolve verso il futuro. L’Accademia Corale
che porta il suo nome vive dal 1875 e da centocinquant’anni non ha mai smesso
di cantare”.
SABRINA



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