Il sangue di Giuda, di Gabriele Cantella
Uno splendido esordio il romanzo di Gabriele Cantella dal titolo "Il sangue di Giuda", che da oggi potrete comprare in tutte le libreria, edito Mursia, collana Giungla Gialla. Coinvolgente, introspettivo, assolutamente da non perdere!
Autore: Gabriele Cantella
Casa Editrice: Mursia
Pubblicato: 8 agosto 2025
Genere: Noir
Pagine: 177
SINOSSI
Sotto una pioggia fitta e ostinata, che in aprile a Gela non s’era mai vista, un serial killer invisibile e spietato semina una scia di morte e terrore. I delitti appaiono ancor più inquietanti perché compiuti in chiesa, durante la santa messa, nella Settimana di Pasqua. Accanto ai corpi delle vittime, trenta pezzi d’argento e un santino raffigurante una delle stazioni della Via Crucis. Mentre la Polizia insegue un fantasma al quale non riesce a dare un nome e un volto, l’investigatore privato Giovanni Alma indaga parallelamente alla ricerca del colpevole e delle ragioni che hanno armato la sua mano.
Il caso del serial killer della Via Crucis, così lo ha ribattezzato la stampa, diverrà per Giovanni Alma un’indagine su sé stesso, un’occasione per ritrovare quel senso della vita ormai perduto da quando lei se n’è andata. La morte ha spezzato la vita di Marella e interrotto quella di Giovanni Alma, che si è condannato all’esilio dal mondo dei vivi, vagando senza titolo in quello dei morti, alla ricerca di un’ombra muta e invisibile.
Abbiamo tutti una scelta?
Quando ci si trova davanti a un
bivio, cosa ci induce a imboccare la strada sbagliata, quella che chiaramente
nuocerà a noi e a chi ci circonda? A renderci, così, dei mostri?
In una Gela pronta a celebrare la
Settimana Santa sotto una pioggia fitta ed ostinata, Giovanni Alma si prepara a
trascorrerla come ogni anno: vivendola principalmente nel profondo, con ricordi
legati alla tradizione con la quale è cresciuto e altri ancora, più tristi,
impossibili da accantonare poiché particolarmente vivi, sia nella mente che nel
cuore.
A scuoterlo dal suo continuo
immergersi nel passato sarà la sensazione d’inquietudine che lo pervaderà,
insinuandosi come un crampo allo stomaco, nel momento in cui davanti alla
chiesa del Carmine, vi troverà due volanti della polizia e un’ondata di curiosi
pronti ad assistere a chissà quale spettacolo.
L’odore della morte, mischiato a
quello dell’incenso, fa da preludio a un corpo senza vita abbandonato in un
angolo, all’interno della chiesa.
Non ha dubbi Giovanni Alma che si
tratti di un delitto a sfondo religioso e ne ha la conferma nel momento in cui,
accanto alla vittima, riconosce trenta pezzi d’argento in lingotti e un santino
raffigurante la prima stazione della Via Crucis: simboli, indizi, parte di un
disegno preciso che equivalgono alla firma dell’assassino.
Un serial killer intenzionato a
colpire ancora? Questa è la prima ipotesi attendibile per l’investigatore
privato, che verrà confermata in seguito dal susseguirsi di altre vittime con la medesima ambientazione e con lo stesso modus operandi.
Giovanni Alma proseguirà nella ricerca del
colpevole basandosi su un infallibile intuito, su conoscenze in grado di fornirgli dettagli
utili di massima riservatezza e sul sostegno morale dell’onnipresente segretaria
Ninetta, sempre presente senza essere preponderante, importante ma non
fondamentale, capace di defilarsi quando necessario.
Un protagonista solitario
Giovanni Alma, caratterizzato da un passato sentimentale che lo ha segnato
profondamente e dal quale non riesce a prendere le dovute distanze. Caparbio,
poco tollerante con chi non merita la sua pazienza e il suo tempo prezioso, fa
del lavoro la sua unica ragione di vita.
La profondità di questo caso, le
motivazioni tristi ed angoscianti che hanno acceso l’ira dell’assassino, lo
porteranno a riconsiderare alcuni aspetti della sua vita, certe scelte
perpetrate coscientemente alla ricerca di familiarità e calore, ritrovandosi,
invece, avvolto da un mantello intriso di dolore e nostalgia che ha contribuito
a precludergli la possibilità di essere felice.
Sarà in grado di accantonare il
passato e tornare a vivere nel presente?
La narrazione in terza persona, si
avvale dell’Io narrante nel momento in cui a esprimersi è l’assassino, sul
quale poi l’autore ci concede un excursus sulla vita, le difficoltà
esistenziali, le incomprensioni che lo hanno portato a imboccare una strada
violenta e senza possibilità di ravvedimento.
Gabriele Cantella ci regala un giallo
dalla prosa ricercata, a tratti ironica, ricca di metafore e parole in
dialetto.
Una profonda padronanza
narrativa che si avvale di dialoghi vivaci, schietti, diretti, dà vita a una
trama in cui l’autore unisce con maestria fede, tradizione, religione, giustizia
e colpevolezza e in cui l’indagine, accurata e ben strutturata, lascia comunque
spazio a un approfondimento per quanto concerne la figura di Giuda e
del significato intrinseco della parola tradimento, portando il lettore a
riflettere sul dramma e il dolore che ogni scelta, per quanto libera, non sia esente dal recare dolore.
L’autore
si addentra nel cuore pulsante di una città siciliana descrivendone in maniera accurata
atteggiamenti, pensieri, luoghi, bellezze architettoniche, tradizioni e
contraddizioni, rendendola così, parte viva della narrazione
Un noir a tratti cupo, che
coinvolge fin dalle prime pagine, non lesina sui colpi di scena e unisce
un’accurata indagine a una forte dose di sentimenti, riflessioni e
introspezione che caratterizzano i personaggi ma toccano anche il lettore, sia per
quanto concerne il giusto valore da attribuire alla parola tradimento che
all’importanza, innegabile, del libero arbitrio.
“Era stato allora che aveva
deciso. Deciso che quella volta sarebbe stato lui a scegliere, togliendo la
scelta a qualcun altro. Come avevano fatto con lui. Come avevano fatto con
Giuda. Avrebbe dimostrato a tutti che nella vita c’è chi sceglie e chi invece
non ha scelta, perché subisce inconsapevole e impotente, la scelta di qualcun
altro.”
Quindi, non mi rimane che complimentarmi con l'autore per questo splendido esordio letterario.
SABRINA



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